
Un mare che unisce, una tradizione che resiste.
Questa mattina alla suggestiva processione di San Giovanni Battista, una tradizione che da 23 anni lega il quartiere di San Giovanni a Teduccio al suo mare. Un momento unico, in cui storia, fede e identità si fondono con forza e sentimento.
Insieme ai cittadini, alle autorità portuali e a tante realtà del territorio — il Centro Sub S. Erasmo, la delegazione della Lega Navale Italiana di San Giovanni a Teduccio – Napoli, gli Scugnizzi a vela, MAREVIVO, i Vigili del Fuoco, la Guardia di Finanza e il nucleo sommozzatori — abbiamo assistito al recupero della statua di San Giovanni, custodita per tutto l’anno a 18 metri di profondità, nelle acque antistanti la spiaggia di San Giovanni a Teduccio. Un gesto simbolico e potente, che racconta l’amore e la devozione di una comunità verso il proprio mare.
Questo rito non è soltanto un appuntamento spirituale: è anche un segnale concreto di rinascita.
San Giovanni è un quartiere che ha portato i segni dell’industrializzazione, che ne ha frenato lo sviluppo e oscurato per anni le sue potenzialità. Ma oggi, con tenacia e partecipazione, grazie all’impegno delle associazioni, dei cittadini e delle istituzioni, si sta riappropriando del suo mare, delle sue spiagge e della sua identità.
Essere lì, insieme a chi non ha mai smesso di credere in questo luogo, è per me un impegno rinnovato: continuare a lavorare perché ogni quartiere ritrovi dignità, decoro e speranza.











