
Ieri, presso il Consiglio Regionale della Campania, nella “Sala Don Peppe Diana”, si è tenuta, su mia proposta, un’importante iniziativa per presentare due indagini: “Raccontiamo il bene” e “La linea Libera”, promosse nell’ambito delle attività di sensibilizzazione e contrasto alle mafie.
Dall’indagine condotta da Libera Contro le Mafie a Torino, Firenze e Napoli emerge un dato allarmante: a Napoli prevale la paura di denunciare, di esporsi, di essere lasciati soli.
In alcune zone del centro storico, cuore pulsante del turismo, regna il silenzio, ben pochi sono stati i questionari compilati. Un silenzio che spesso cela difficoltà economiche, scarsa fiducia nelle istituzioni, accesso limitato al credito e, soprattutto, il rischio concreto di ricorrere all’usura o a forme di finanziamento informale legate alla criminalità organizzata.
L’evento ha rappresentato un momento di confronto e riflessione su strumenti, esperienze e buone pratiche per combattere la criminalità organizzata, con un focus particolare sull’utilizzo dei beni confiscati, “Raccontiamo il bene”, e sulla pubblicazione “La linea Libera”, dossier che analizza e denuncia fenomeni di estorsione, usura e corruzione.
Dopo i saluti istituzionali del Presidente del Consiglio Regionale della Campania Gennaro Oliviero e del collega Michele Cammarano,
sono intervenuti Mariano Di Palma, Referente regionale di Libera Campania;
Riccardo Christian Falcone, Responsabile beni confiscati;
Maria José Fava, Direzione nazionale Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie;
Luigi Ferrucci, Presidente nazionale FAI.
Presenti all’incontro anche Giovanna De Rosa direttrice del CSV di Napoli e Nello Tuorto presidente di FINETICA ETS, impegnato in attività di prevenzione all’usura.
Nelle conclusioni ho voluto sottolineare l’importanza di promuovere la cultura della legalità e di sostenere chi ogni giorno si impegna contro le mafie e per la giustizia sociale.







