
Le nuove figure professionali che presto saranno impiegate presso l’Ufficio Interdistrettuale Esecuzione Penale Esterna e il Centro Giustizia Minorile avranno un ruolo fondamentale nel percorso di reinserimento sociale di chi ha commesso reati.
In Campania, il 70% degli uomini che entrano in carcere per la prima volta purtroppo vi fa ritorno. Dobbiamo lavorare affinché sempre più persone, se opportunamente seguite, possano scegliere un’alternativa e cambiare strada.
Da alcuni mesi ricopro il ruolo di componente dell’Osservatorio regionale delle persone private della libertà. Visito gli istituti penitenziari della nostra regione e sono sempre più convinta che chi deve scontare una pena debba avere l’opportunità di intraprendere percorsi educativi e formativi. Se affrontati nel modo giusto, questi percorsi possono rappresentare una vera occasione di riscatto, non solo per la persona, ma anche per l’intera collettività, confermando così la funzione rieducativa del carcere.
Per questo motivo, è stato per me un onore partecipare alla giornata di saluto e formazione dei nuovi assunti che a breve saranno impiegati negli uffici dell’UIEPE e del Centro Giustizia Minorile, insieme alla magistratura di sorveglianza, al Comando Interregionale dei Carabinieri, alla Questura di Napoli e a Samuele Ciambriello, Garante regionale per le persone private della libertà.
Ho voluto portare la mia testimonianza, maturata prima come operatrice sul campo e poi come assessore al welfare, condividendo la mia esperienza con i ragazzi e la conoscenza dei contesti più fragili. È fondamentale costruire reti territoriali che possano supportare chi vive situazioni di difficoltà e prevenire il rischio di recidiva.
L’evento si è svolto nella significativa sede dell’associazione “Figli di Famiglia”, dove Carmela Manco ha raccontato la sua straordinaria esperienza con oltre 300 ragazzi del quartiere, che ogni giorno accoglie e tiene lontani dalla criminalità. Giovani e giovanissimi, spesso figli di detenuti, dimostrano che è possibile intervenire per cambiare il loro destino.
Sono convinta che, con un impegno condiviso, possiamo salvare molte giovani vite, offrendo loro valide alternative e allontanandole da contesti in cui la criminalità viene “normalizzata” e sembra essere l’unica scelta possibile.