
Nel cuore della Sanità, tra le strade che si arrampicano e i vicoli stretti del quartiere Stella, vive la signora Anna. Ieri ha compiuto 104 anni. Era anche il suo onomastico, e non potevo non andare a farle gli auguri. Lo faccio spesso con gli anziani del quartiere che, d’estate, restano soli nelle loro case, dietro imposte socchiuse e radio accese per compagnia.
Anna un tempo era sarta. Ricorda ogni punto, ogni orlo fatto a mano, ogni abito cucito per qualche matrimonio o comunione del quartiere. Fino a qualche anno fa la si vedeva ancora uscire, passo lento ma deciso, per comprare due pomodori e un po’ di pane fresco nella bottega di don Arturo.
È stato proprio Arturo a raccontarmi di lei. Ogni sera, prima di abbassare la serranda, riempie una busta di frutta buona e la porta agli anziani del quartiere. Non lo fa perché non possano comprarla, ma perché con il caldo e gli acciacchi, spesso non riescono a uscire. Quando arriva da Anna, lei cerca sempre di dargli qualche spicciolo. Arturo prende poco o nulla, perché quel gesto serve solo a non far sentire nessuno “di peso”, ai margini.
Anna vive con la compagnia discreta dei vicini, una nipote anziana quasi quanto lei, e soprattutto con Pollicino, il suo Chihuahua. Piccolo, sdentato ma vispo, da vent’anni è il suo custode. Dorme accanto a lei, ascolta ogni rumore, la segue passo dopo passo, come un’ombra buona.
Una volta, mi ha raccontato, Anna svenne per un abbassamento di pressione. Nessuno se ne accorse, tranne lui. Pollicino si affacciò alla finestra del basso e abbaiò senza sosta. Poi, non vedendo arrivare nessuno, corse fino ai Vergini da don Arturo, abbaiando con una forza che nessuno gli avrebbe attribuito. Grazie a lui Anna fu soccorsa.
Pollicino non è solo un cane: è la voce di chi non può gridare, la compagnia silenziosa di chi ha vissuto tanto, il cuore caldo che impedisce alla vecchiaia di diventare solitudine.
Ieri sono andata da Anna per portarle un fiore e un sorriso, ma lei – come sempre – ha dato molto di più a me. La forza di un quartiere che resiste. La dolcezza di chi invecchia con dignità. Il valore immenso degli animali, che troppo spesso consideriamo “solo” animali.
E una certezza che mi porto dentro da sempre: nessuno, mai, dovrebbe restare solo.
Sostenere gli anziani fragili non è una gentile concessione: è un dovere di tutti e delle istituzioni.
Servizi domiciliari, reti solidali, assistenza concreta e quotidiana: è questo il minimo che dobbiamo garantire a chi ha dato tutto, e ora chiede solo di poter invecchiare con rispetto.