
Non chiamiamola “Paranza dei bambini”.
È camorra.
Sminuire un fenomeno così grave è pericoloso. Dodici ragazzi – molti minorenni – su sei scooter, armati, pronti a uccidere: non è una baby gang. È una struttura criminale, con dinamiche mafiose, gerarchie, obiettivi.
Una nuova camorra, simile a quella degli anni ’80.
Emanuele Durante ed Emanuele Tufano sono le vittime di questa escalation. Due omicidi che raccontano una verità scomoda: i minori vengono usati come pedine per missioni violente, sfruttando le attenuanti previste per la loro età.
Ma dietro ci sono adulti: chi li arma, li addestra, li guida.
Gli arresti di queste ore – 16 persone fermate, tra cui diversi minorenni – sono un segnale chiaro: lo Stato c’è. Ma non basta.
Serve una riflessione profonda:
• sul disagio sociale che alimenta la criminalità,
• sul reclutamento giovanile,
• sulla rigenerazione della camorra nei quartieri più fragili.
Napoli non può tornare agli anni bui.
I napoletani onesti, laboriosi e attenti non meritano di essere associati a questa violenza.
Difendiamo la città. Sosteniamo chi combatte. Pretendiamo un futuro diverso.