
Stamattina sono passata a salutare gli amici della Taverna Santa Chiara per far sentire anche di persona, la mia vicinanza, soprattutto perché non si arresta l’ondata di odio e di minacce che i due turisti hanno scatenato condividendo i loro video sui social.
Nives non c’era questa mattina, ma mi sono fermata a parlare con alcune sue colleghe fuori al suo ristorante, chiuso oggi per motivi organizzativi.
In quel breve tempo, ho visto passare tante persone: turisti da ogni parte del mondo, che con i loro gesti, nella loro lingua e con i loro sorrisi, hanno voluto esprimere vicinanza e commozione.
Qualcuno non finiva più di ringraziare per l’umanità Nives ed i napoletani tutti.
Tanti anche i napoletani stessi, di ogni età: c’è chi ha portato dei fiori, chi un disegno, chi un pensiero scritto a mano. Non conoscevano nemmeno Nives personalmente, ma sentivano il bisogno di esserci, di condividere, di dimostrare affetto, di essere parte di una vera Comunità. Ed allora sarà pur vero che Napoli è una città complicata e ha tanti problemi, ma è anche un luogo unico e speciale.
Nives non è sola. Intorno a lei c’è una città intera che si stringe attorno a lei ed ai suoi colleghi, la protegge, la stima e le vuole bene.
E questa è Napoli: una comunità profonda, fatta di cuore, memoria e rispetto. I nostri oltre duemila anni di storia ci hanno reso quello che siamo oggi ed io ne sono orgogliosa.



