
A distanza di qualche giorno l’amarezza per l’esito del referendum è ancora grande. Anche stavolta non è stato raggiunto il quorum necessario per essere valido. Ma il dato che fa riflettere di più è che dove si è votato anche per il ballottaggio delle elezioni comunali, come nel Comune di Volla, l’affluenza ha superato il 50%, raggiungendo il 51,93%. Questo dimostra che se si fosse fatta la scelta di far coincidere la data dei referendum con quella del primo turno delle amministrative, l’esito sarebbe stato totalmente diverso.
Purtroppo, così non è stato. E il risultato è sotto gli occhi di tutti: una consultazione che avrebbe potuto far esprimere milioni di cittadini su temi fondamentali, è stata ostacolata deliberatamente, rendendo ancora più difficile la partecipazione, soprattutto in un’epoca in cui il popolo dei non votanti cresce di anno in anno.
Si è raggiunto l’apice quando i cittadini sono stati invitati dalle massime cariche dello Stato ad andare al mare, o in qualsiasi altro luogo, al di fuori delle urne!
A questo si aggiunga anche lo spreco di risorse pubbliche. Il Governo avrebbe potuto e dovuto ottimizzare i tempi e i costi, mostrando rispetto per il diritto di voto e responsabilità verso i cittadini. Invece ha scelto la strada peggiore.
Al di là del “sì” o del “no” più di tutto era necessario riportare le persone alle urne, rimettere al centro il valore della partecipazione democratica, il senso della responsabilità, la consapevolezza, restituire un senso di fiducia e non di rassegnazione ai cittadini. Così non è stato. La scelta di questo governo è stata quella di invitare i cittadini a non andare a votare. E oggi, da cittadina e da rappresentante delle istituzioni, mi sento triste ma ancora più determinata a continuare a lottare perché il diritto al voto non venga mortificato.