
Una sabato di lotta. Di amore. Di dignità.
C’erano bandiere, volti, voci.
E un unico grido condiviso: Palestina libera!
Perché di fronte a una strage di civili, il silenzio è complicità!
La storia ricorderà che l’Europa è stata complice silente dell’Olocausto degli ebrei e che, forse per senso di colpa nei loro confronti, si è resa complice anche del genocidio dei palestinesi.
Ed allora è necessario esprimere il nostro dissenso e condannare la pulizia etnica che il governo di Israele sta perpetrando ai danni di civili inermi, molti dei quali bambini.
Abbiamo camminato per ore, sotto il sole, insieme a centinaia di migliaia di persone da tutta Italia. Con il cuore pieno di rabbia, di dolore ma anche di speranza.
La speranza che sia fatta giustizia riconoscendo lo stato di Palestina, come si sarebbe dovuto fare quando fu riconosciuto quello di Israele. La speranza che il mondo si risvegli. Che si unisca per fermare il genocidio.
Perché è “importantissimo definire quello che sta succedendo a Gaza genocidio. Parlare di crisi umanitaria, è allontanarsi dalla verità. Il nostro dovere morale in questo momento è proteggere salvare le vite umane.
Riconoscere che c’è un genocidio è l’unico modo per fermarlo”.






