Ho incontrato recentemente Laura e Marco, che non vedevo da tempo. Lui, ingegnere elettronico, vive da anni in una piccola città del Giappone, dove è capo dipartimento in uno dei centri di ricerca più importanti del paese. Laura, invece, ha lasciato l’Italia con Marco circa dieci anni fa per seguire la sua carriera all’estero.
Nonostante la distanza enorme da Napoli, il legame con le loro origini non si è mai affievolito; grazie anche alle moderne tecnologie, come videochiamate e messaggi istantanei, la distanza non sembra più un problema.
Ma la loro storia evidenzia quanto il contatto umano sia fondamentale.
Ogni estate è infatti per loro un’opportunità unica per riscoprire qualcosa di autentico tornando nel loro piccolo paese d’origine: Albori, un borgo sulla Costiera Amalfitana. Un luogo dove entrambi hanno vissuto e dove il tempo sembra essersi fermato, tra stradine strette, tornanti mozzafiato e una miriade di scalinate. Le case di pietra e il profumo dei fiori freschi evocano una pace che appartiene a un’altra epoca, lontana dal caos e dalla frenesia della vita moderna.
Laura e Marco non perdono occasione per passare lì qualche giorno d’estate in compagnia dei genitori e, soprattutto, degli amatissimi nonni, Maria e Giuseppe. Ed è proprio una fortuna immensa oggi avere ancora i nonni quando si è già adulti, perché sono testimoni di tradizioni, storie e racconti incredibili. Sempre pronti, a qualsiasi età, a preparare i piatti tradizionali che hanno segnato la nostra infanzia e che sono capaci di farci ritornare indietro di anni, quando eravamo bambini.
I nonni sono coloro che ci permettono di riscoprire una parte di noi, facendoci riflettere sulle origini della famiglia e sulle tante piccole tradizioni che spesso, inconsapevolmente, tramandiamo di generazione in generazione.
Laura e Marco mi raccontano sempre di una loro bellissima consuetudine: salutare a Ferragosto un vecchio albero sotto il quale, nei primi anni Settanta, i genitori di Marco si erano sposati. L’albero, con la sua imponente chioma, è diventato il simbolo di una storia familiare che continua a crescere e fiorire, nonostante il tempo e le distanze.
La storia di Laura e Marco ricorda quella di molti giovani che, costretti a lasciare le nostre città per cercare nuove opportunità, ritrovano però nella loro terra d’origine un segno di continuità e appartenenza.
Eppure, quando arriva la fine dell’estate e si avvicina il momento di ripartire, la nostalgia colpisce tutti.
L’estate è anche questo: un’occasione per rincontrarsi con le proprie famiglie, rinverdire le piccole tradizioni che ci coinvolgono e tramandarle alle generazioni future, vivendo ogni momento con un po’ di sana nostalgia.
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